Benvenuti nella terra dei cachi, il ridente Belpaese che, nonostante l’emergenza coronavirus lo stia schiacciando nella propria morsa ed ogni giorno è un bollettino medico spaventoso, perde tempo a litigare nei salotti alti del calcio italiano.
Caos ed intrighi a Palazzo, per l’ennesima volta abbiamo conosciuto spaccature e diverse  frazioni.
L’uno contro l’altro, tutti pronti a puntare il dito contro gli altri, soprattutto contro Lotito.

Claudione voleva riprendere gli allenamenti ergo Claudione è uno stronzo che non pensa la salute dei propri giocatori. Citazione Agnelli. Ok, citazione Agnelli anche se “lo stronzo” è stata una mia licenza poetica atta a rafforzare il concetto. Pathos drammatico.

Davanti a tutta Italia, il patron capitolino era apparso un cinico, questo era il messaggio passato dal momento esatto in cui la Serie A era stata bloccata, mentre Agnelli suo accanito oppositore, era davvero l’agnello contro il lupus in fabula.

Andreuccio che si prodigava affinché trionfasse un bene superiore sugli interessi ed il vil denaro, che si batteva il petto per la sospensione del campionato.
Il “bene superiore” è diventato dapprima la partenza di Ronaldo per il Portogallo, poi la fuga di Gonzalo Higuain verso un’Argentina non consentita come destinazione dall’Italia. Ma attenzione, perché il Pipita aveva il piano B ed ha girovagato con l’aereo privato tra Francia e Spagna prima di arrivare a casa.

Pjanic e Khedira non sono stati da meno,  hanno fatto la valigia e sono tornati in patria, in ultima battuta anche Douglas Costa con la benevolenza della notte, se ne è tornato cacchio cacchio in Brasile.
Ma questo isolamento a cui tutti siamo sottoposti, non vale per i giocatori bianconeri?
Non credo di ricordare misure speciali nelle restrizioni del Governo a favore dei juventini.

Non è una discussione sul fatto che la società fosse stata informata o meno, se realmente fosse d’accordo o se ha dichiarato ciò solamente per provare grezzamente a mettere una pezza.
Una pezza striminzita che non ha coperto bene,  ancora prima di Agnelli, ha contato la volontà dei suoi calciatori innalzati al di sopra del decreto di Conte.
Mi pare di ricordare che l’essere negativo al tampone per il coronavirus, e menomale aggiungo, non autorizza comunque l’espatrio.
Molti di noi sono lontani da genitori/zii/parenti/amici/fidanzati che stanno in un comune diverso dal nostro, magari a distanza di pochi chilometri o minuti.
Figurarsi l’Argentina quanto è distante!

La questione a monte però è un’altra. Rugani, Matuidi e Dybala hanno contratto il coronavirus.
Certo per una società cui gravitano intorno centinaia di dipendenti tra staff, preparatori e calciatori stessi, 3 può essere considerato un numero esiguo. Ma se analizziamo lo stesso numero da un’altra prospettiva, il numero 3 diventa un numero importantissimo parlando di relazioni sociali ed in materia di spogliatoio.
Stiamo parlando della regola alla base di un intero sistema che sta cercando di mettere in piedi la difesa ad un nemico invisibile ed altamente “viaggiatore”. Un virus che sta facendo scervellare intere fazioni di medici con esperienze cinquantennali, grandi luminari del settore.
E la base su cui si fonda la nostra difesa è l’attenzione, soprattutto se c’è stato un contatto diretto con chi è risultato positivo al COVID 19.

STATE A CASA! È l’urlo che cerca di fare del mal comune mezzo gaudio, in certi casi mezzo un c***o e visto che l’isolamento è il nostro unico potere al momento, nessuno dovrebbe fregarsene.

I calciatori non hanno nessun trattamento speciale, nessun vaccino segreto, sono persone come noi e tutti i tamponi positivi usciti fuori in Serie A, ne sono la dimostrazione lampante.
O forse sto dicendo una cazzata? Me lo domando perché qualcuno è libero di fare ciò che vuole.
Questo lo dico con tutta la mia sensibilità nei confronti della madre di Gonzalo Higuain che sta lottando contro il cancro.

Tutti ci dicono di stare a casa, i runner improvvisati sono diventati nemici della patria, a qualcuno però è stato concesso addirittura di espatriare.
L’Italia è zona rossa nella sua totalità, eppure Agnelli cerca di mettere una pezza striminzita sul fatto che alcuni dei suoi hanno abbandonato Torino.
Argomentazioni illogiche, perché a noi non ci frega niente se la società bianconera abbia autorizzato o meno le partenze, perché non è la società bianconera a dover fare le veci del Governo.

Agnelli contro Lotito battendosi il petto perché il patron capitolino voleva riprendere gli allenamenti, ma a riprendere gli aerei è tutta un’altra roba allora.
Magari bisognerebbe scrivere sull’autocerticazione lo spostamento da casa all’Argentina e vedere di nascosto l’effetto che fa!
Ma alla fine state tranquilli, cari miei espatriati, perché Agnelli vi autocertifica!

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